Unisci le Forze dentro di te

Percepisci la presenza della molteplicità delle sfaccettature divine dentro di te e nel cosmo, e trova il cammino verso l'unità.

Sperimenta con noi tre meditazioni per collegare il tuo Sé interiore con le energie cosmiche rappresentate nelle vetrate del Labirinto nei Templi dell'Umanità. Dirigendo la tua energia, sarai in grado di raggiungere le parti più nascoste di te stesso, armonizzandole verso la tua felicità e la costruzione di un mondo migliore.

Sperimenta le tre meditazioni

Le tre Meditazioni che proponiamo sono pensate per connettere la nostra interiorità con le energie cosmiche che abbiamo chiamato divinità, rappresentate nelle vetrate della Sala del Labirinto.

Nella prima contatteremo le nostre parti più nascoste, quelle a cui raramente diamo voce, “aiutati” da una triade di divinità sotterranee connesse alla morte.

Nella seconda ci connetteremo a quelle che esprimiamo solitamente, con le quali spesso ci identifichiamo, “assistiti” da una triade di divinità collegate al sole.

Nella terza entreremo in contatto con una triade di divinità connesse alla creazione, perché armonizzando gli opposti sarà possibile risvegliare il nostro potere creativo, per metterlo al servizio della nostra felicità e per la costruzione di un mondo migliore.

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Collegati alla tua Scintilla Divina

Racconta un mito, tramandato di bocca in bocca, di cuore in cuore, dell’esistenza di un grande specchio, che conserva dentro di sé tutta la conoscenza, l’energia e la memoria di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che sarà, esprimendo, attraverso la sua lucentezza, la magia e la luminosità dell’universo intero. Un giorno, o forse una notte di vento, lo specchio si ruppe, frantumandosi in una miriade di pezzi, che si dispersero in ogni dove, portando con sé l’energia, la conoscenza e la memoria primeve. Ogni frammento, infatti, pur così lontano dalla totalità a cui era appartenuto, conservava intatta la capacità di rifletterla. E, ancora oggi, anela a ritornare là, dove tutto era completezza pura, in un prima che non conosceva il dolore della frattura.

Questo siamo noi, e gli animali, e le piante e gli astri e tutto ciò che vive e pulsa nell’universo a cui apparteniamo, sorretti dalla nostalgia di ciò che eravamo e che vogliamo tornare ad essere. È vivo dentro di noi il ricordo di qualcosa di straordinario che va al di là della quotidianità in cui viviamo; è una “scintilla divina”, che pulsa al ritmo del nostro cuore, coraggiosa e decisa a fare esperienze che possano elevarla verso la realizzazione della sua natura più profonda, divina.

Ma cos’è il divino?

Prima di tutto un mistero, d’accordo. E poi? E se le divinità che ogni popolo ha contattato e nutrito, all’interno di sontuose cattedrali, oppure nel fruscio delle foglie di nordiche foreste, oppure su altari di pietra o costruzioni fatte di rocce tagliate in sacre forme, fossero le parti più grandi dell’originario specchio? Archetipi contenuti nell’inconscio collettivo, che esprimono conoscenze, energie e memorie proprie dell’Umanità tutta?

Il grande sogno potrebbe allora essere quello di connettere queste energie, con lo scopo di ricostruire un’armonia primigenia, un equilibrio di forze differenti, ciascuna con il proprio colore e la propria frequenza.

Il Labirinto dei Templi dell'Umanità

A Damanhur,
in un arco di tempo di decine e decine di anni,
abbiamo creato un insieme armonico di energie
che convivono le une con le altre, che abbiamo chiamato “Triade”.
È una sorta di orchestra, in cui ogni suono ha il proprio posto e vibra insieme agli altri,
mantenendo le proprie caratteristiche ma esprimendo la stessa musica.

Conclusa questa operazione, che è stato un vero e proprio “atto magico”, ci siamo rivolti all’arte, strumento capace di trasformare l’invisibile in visibile, per creare uno spazio in cui potessero convivere, in armonia, tutte le divinità in cui i Popoli che sono esistiti e che vivono sul nostro pianeta si sono riconosciuti e si riconoscono: il Labirinto, una delle Sale dei Templi dell’Umanità, a Damanhur..

È un luogo speciale, con sculture, vetrate e pavimenti in mosaico, in cui poter meditare e connettersi con le forze che sentiamo intimamente più vicine. In un labirinto ci si può perdere e ci si può ritrovare, ma sicuramente possiamo entrare in contatto con noi stessi, che siamo un insieme, a volte caotico, di parti differenti: emozioni, pensieri, ferite che arrivano da lontano e che giacciono sepolte, intuizioni, ricordi, limiti che impediscono l’espressione totale delle nostre preziosità.